Quello che sto per raccontarvi è una storia di sapori, profumi, dolcezza e tanta umanità; un
flashback riporta alla memoria una realtà fatta di autenticità e colori tenui di straordinaria bellezza,
sfumature che attraverso gli occhi toccano il cuore irrimediabilmente.
Tutto ha inizio con il primo giorno del mio nuovo lavoro, un clichè che si è ripetuto molte volte
ormai, un posticino tranquillo e amichevole, subito mi sono sentito a mio agio. In seguito ad una
serie di convenevoli e dopo aver familiarizzato con il nuovo ambiente lavorativo, mi dirigo alla mia
postazione, accendo il computer ed ecco comparirmi sullo schermo una foto di Ouarzazate
(Marocco ): un sorriso compare sul mio viso e uno sciame di ricordi nebulosi riaffiorano alla mente;
estraniato e con gli occhi lucidi, entro in una dimensione altra, tutto scompare intorno e questo,
chiaramente, ha attirato l’attenzione dei mie nuovi colleghi che, preoccupati e intimiditi dalla mia
espressione sognante, hanno tentato di farmi rinvenire. Ero in uno stato confusionale e, dopo una
serie di domande preoccupate, non ho potuto non raccontare cosa mi stesse succedendo. Ho iniziato
a parlare del mio viaggio in Marocco, un viaggio che mi ha cambiato molto e che ho il piacere di
condividere anche con voi, tutto ha inizio con tanta sabbia e un blu pastello.
Mi trovavo nel deserto del Sahara ed ero sul punto di salire sul van che ci avrebbe condotto tra le
tortuose strade marocchine, una t-shirt blu pastello che avvolgeva un esile corpicino color
cioccolato, un ragazzino, avrà avuto circa dieci anni, colpisce la mia attenzione. Aveva il Sahara nei
capelli, sarà che erano davvero pieni di sabbia, ma soprattutto perché sulla fronte un ciuffo di
capelli, una duna elegante ed armoniosa, che gli accarezzava quel dolce viso segnato dalla fatica e
dai raggi del sole; occhi caldi, un castano così intenso da trafiggermi l’anima, scheggiarmi le ossa.
Non mi era mai capitato di incrociare uno sguardo simile. Aveva dei modi così gentili ed aggraziati,
mi mostrava con autentica umiltà i suoi piccoli manufatti, un papiro intrecciato che prendeva la
forma di diversi animali. Ero così affascinato da questo ragazzino, era riuscito a travolgermi, un
tumulto di emozioni, ero incantato e, come si può immaginare, non avevo potuto fare a meno di
prendere dalla tasca tutte le monetine che avevo a disposizione e scambiarle con una delle sue
realizzazioni, un cavaluccio, semplice, si penserebbe di alcun valore, ma per me, per me era
diventato l’oggetto più prezioso che avessi mai avuto. Ripresa la corsa verso le strade marocchine,
il mio pensiero era sempre rivolto a quella maglietta color pastello che mi aveva regalato così tanto
con tanto poco, rimproverandomi durante tutto il viaggio del perché non gli avessi dato di più, come
si può dare un prezzo ai sentimenti, alle emozioni. Mi sembrava di aver quasi sminuito il tutto, però
tornare indietro non si poteva. Tuttavia, appena rientrato in Italia, ho fatto incorniciare quel
cavalluccio ed è sempre con me, come sono sempre con me gli occhi e i capelli di quel bambino.
Il viaggio in Marocco non mi ha regalato solo paesaggi, avventure ed escursioni, mi ha insegnato
quanto sia meravigliosa la vita, bisogna viverla con coraggio e resistere. Non esistono difficoltà
insormontabili. Una t-shirt blu pastello e i mie occhi hanno cambiato il modo di vedere la realtà del
mondo.